domenica 20 settembre 2015

Death in the afternoon


Quegli occhi neri e già vuoti, impossibili da dimenticare, di una donna, una turista tedesca spiaggiata come una medusa dal mare mosso sul litorale tra Viareggio e Torre del Lago. Bagnini che si ostinano a praticare un inutile massaggio cardiaco, quel corpo ormai inerte che non reagisce, che subisce le vane compressioni di chi non si vuole arrendere, gli inani tentativi di infondere di nuovo vita dove la vita non c’è più.

E poi, improvvisa, l’apparizione di un uomo che già temendo il peggio, l’irreparabile, si avvicina al capannello, certo con la speranza di non dover vedere quello che invece vedrà. E barcolla, e rimane lì inebetito, incredulo, le mani tra i capelli, ammutolito da un raccapricciante dolore, a fissare quella scena di pietà suprema, di rabbiosa ribellione all’evidenza da parte di chi per professione e forse anche per missione deve e vuole salvare la gente dal mare indifferente e crudele.

Alla fine arrivano, affardellati di attrezzi, i soccorritori della Misericordia. A dare il cambio a chi fino ad allora continuava imperterrito a massaggiare quel petto immobile, quel corpo esanime, quella che fino a forse un’ora prima era una bagnante settembrina, ed ora è solo un vuoto, esangue simulacro adagiato sulla rena del bagnasciuga come un tragico Cristo di una Deposizione del Caravaggio.

Ma anche i professionisti si arrendono. Dei lettini messi in verticale fanno da pietosa cornice e velo a questa povera signora tedesca, venuta a morire negli ultimi tepori italiani, in una calda ma burrascosa domenica di settembre.

Una giornata che ti cambia la vita. Una giornata che mai avresti pensato sarebbe finita così. Una giornata di morte. Quell’uomo, bianco come un cencio, con una orrenda smorfia di attonito dolore sul viso, lo fanno sedere su una sdraia, gli parlano, qualcuno passa e gli tocca la spalla, anche se è un perfetto sconosciuto.

Qualcuno ignaro domanda cosa è successo e poi si fa un segno della croce, qualcuno fa la faccia sgomenta di chi immagina cosa si agiti in questo momento nella testa confusa, nel cuore trafitto di quell’uomo improvvisamente rimasto solo, qualcuno mi confessa piangendo di aver assistito alla scena dei vani soccorsi facendo il tifo per la vita, nella speranza che l’impossibile miracolo accadesse. Un senso di inutilità e di ineluttabilità ti attanaglia. Quegli occhi fino a poco prima pieni di vita ora sono solo neri e vuoti. Death in the afternoon.





lunedì 23 marzo 2015

giovedì 19 marzo 2015

Acrobati per caso


Per fortuna ci sono gli amici. Che talvolta, proprio nei momenti più bui di totale mancanza di ispirazione - magari senza saperlo - ti vengono in aiuto, offrendoti degli spunti impagabili.

Come questa immagine mandatami da Claudio, amico ormai di vecchia data, che le vicende della vita hanno portato in Cina. Un grazie per il sorriso che mi hai saputo regalare.

Ho sempre sostenuto che in Cina uno con l’occhio attento non si può annoiare. E questa istantanea, rubata al volo di sera in una strada di Guangzhou, ne è la riprova.

Come diceva un europeo di cui ho raccontato anni fa: T.I.C.


Passano le stagioni ma l’acronimo è sempre validissimo.





domenica 8 febbraio 2015

Bianco e blu


Dopo tre giorni consecutivi di neve, finalmente a Cuneo esce il sole. Ecco i risultati.

Esplosione di luce mattutina


Tra brume e fumi di comignoli


L’Argentera sembra proprio lì


Cento camini imbiancati


Il Duomo orlato di neve


Alle sorgenti del Po: il Monviso


Panchine sepolte


A volte è faticoso esser sempreverdi!





martedì 6 gennaio 2015

Botteghe oscure (3)


Benvenuti nel 2015. Homing Pigeon inizia l’anno con una nota ironica. Siamo quotidianamente circondati da un sacco di tristezze, un po’ di allegria ogni tanto ci vuole proprio. Grazie alla paziente raccolta di reperti durante i viaggi dello scorso anno, ritorna la serie “insegne idiote dal mondo”.


Kuala Lumpur: Omertà? Beh, se non altro non la solita mafia. E non altro.


Tokyo: Piattoria? Un incrocio tra trattoria e piatto? Japan, please. Potete fare di meglio.


Seoul: Sandrich? Il gioco di parole poteva essere simpatico. Peccato che così significhi ricco di sabbia. Non quello che vuoi sentire tra i denti quando mordi un panino.


Singapore: Casinova? Occorre scomodare il grande amatore veneziano (mischiandolo con una casa da gioco, altra passione orientale) per attrarre clienti in un bar con muliebre intrattenimento? La risposta sarebbe no. Ma gli hanno permesso di farlo.


Manila: Ciao Presso? No comment.