venerdì 30 maggio 2014

Gli uccelli


Sensazioni hitchcockiane. Un uomo mi vede fotografare una piccola e ben addestrata pattuglia di corvi che ha scelto l'interno dell'aeroporto di Amritsar come nido. That's India for you, mate, mi dice ridendo. Lo credo australiano, anche dall'accento, invece è inglese - ma di chiare origini locali.

Indisturbati, gli uccelli proseguono la loro esibizione acrobatica, volteggiando tra i passeggeri in coda per l'imbarco e infine atterrando leggiadramente sugli schienali delle poltroncine alla ricerca di briciole di colazioni consumate frettolosamente prima del decollo.

Un festoso cra-cra di ringraziamento accomiata i generosi umani che hanno lasciato un tangibile dono ai neri padroni di casa. That's India for you, mate!






venerdì 23 maggio 2014

Concetti e sostanza


Casa. Tempio religioso. Concetti universali, ma mai così distanti.


Casa, Emirati Arabi Uniti (Burj Khalifa, 828 metri, Dubai).


Tempio religioso, Emirati Arabi Uniti (Grande Moschea Sheikh Zayed, Abu Dhabi).


Casa e tempio religioso, Mumbai, India (la casa è quella sulla destra e ci vivono davvero degli esseri umani).




mercoledì 21 maggio 2014

Rodeo drive


Non siamo a Los Angeles ma in India. Così si viaggia, a cavalcioni di un fascio di tondini di ferro, su un camion in marcia sull'autostrada da Mumbai a Pune.


Servono altre parole?




lunedì 19 maggio 2014

Ritorno al passato


Come descrivere l'esperienza di un viaggio in autostrada in India? Benvenuti in Cina, vent'anni fa. Gli stessi antichi camion, stracarichi e affannati, ma lignei e sgargianti di colori come carretti siciliani. La stessa totale, anarchica, quasi gioiosa mancanza di regole. Lo stesso strombazzare a distesa, urgente e ammonitore, ad avvisare il mondo in movimento del proprio arrivo. Le stesse derelitte auto fumose di vapore dal cofano sbadigliante, arresesi sui tornanti come ciclisti scoppiati. Gli stessi pazienti ingorghi da incidente. Gli stessi panorami polverosi e ancora selvatici. Gli stessi pullman a lunga percorrenza, con le cuccette dove la gente dorme sdraiata sui dei tavolacci di legno, per aria condizionata i finestrini scorrevoli aperti. Gli stessi occasionali motocicli contromano a cui nessuno pare far caso, men che meno meravigliarsene.

Tutto come allora nel Regno di Mezzo. Dicono che l'India diventerà la prossima Cina? Fatte le proporzioni con il traffico, ci vorranno almeno vent'anni. E non è detto che basti.





sabato 17 maggio 2014

Un miliardo di voti

Narendra Modi. Ricordatevi questo nome. Perchè ne sentiremo parlare parecchio d'ora in avanti. Con una valanga di consensi ha spazzato via la vecchia coalizione del congresso e conquistato il potere assoluto in India. Potrà legiferare senza bisogno di metter d'accordo i tanti, troppi partitini che prima potevano influenzare o bloccare qualsiasi azione legislativa.

Mi basteranno dieci anni per cambiare l'India, questa la sua prima dichiarazione programmatica. E non scherza. Quando era ministro del Gujarat ha risolto con le maniere forti il conflitto interreligioso tra indú e mussulmani. Duro ma efficace. Questo gli era valso il farsi negare il visto per entrare negli Stati Uniti, con l’accusa di violazione dei diritti umani (senti chi parla). Oggi Obama, visto il travolgente successo elettorale, si è affrettato ad invitarlo a Washington. Vedi come improvvisamente cambiano gli atteggiamenti quando si diventa potenti.

Il quieto e poco propenso ai bagni di folla Primo Ministro uscente, Manmohan Singh, esce di scena pronunciando il discorso di commiato. La dinastia dei Ghandi rischia di non avere nemmeno un rappresentante nel governo.

A Mumbai sono magicamente già comparsi i manifesti di ringraziamento al popolo per la plebiscitaria vittoria ottenuta dal suo partito, il BJP.

La democrazia più grande della Terra ha scelto il suo nuovo capo. Non è uno che prende le cose alla leggera. Il mondo è avvertito.