martedì 17 gennaio 2012

Conigli nazionali - e non

Innanzi tutto chiedo scusa a Emanuele Filiberto. Che c’entra con i conigli nazionali? Nulla. Infatti gli chiedo scusa. Perché in un momento di conigliaggine diffusa, ha dimostrato di aver il coraggio di farsi ritrarre con un’idrovora in mano, vestito da operatore ecologico (versione politically correct del più volgare fognaiolo), alla faccia dell’ascendenza regale da cui proviene. Probabilmente si saranno avvertiti leggeri moti sussultori sia nei pressi della Basilica di Superga, sia vicino al Pantheon a Roma. Niente paura: erano soltanto gli avi del principino che si rivoltavano nelle auguste tombe. Ma la temerarietà sfrontata dell’ultimo erede di Casa Savoia fa da straordinario contrasto con alcuni episodi di estrema viltà, di cui si parla proprio in questi giorni.

Conigli 1.
Torino. Sono stati – finalmente – catturati i due assassini di Alessandro Sgrò, sette anni, travolto e ammazzato sulle strisce a dicembre, davanti a dei genitori impotenti e sconvolti da tanta efferatezza. Alessandro Cadeddu e Francesco Grauso, di Aosta. Dopo l’investimento, stando alle loro stesse dichiarazioni, sono andati a comprare eroina dal pusher. Ci è voluto più di un mese per trovarli. Assassini di un bambino: speravate di passarla liscia? Di vivere tranquillamente con un peso del genere il resto della vostra vita, riuscendo a dormire ogni notte? La parola coscienza vi dice nulla? Avreste fatto meglio ad assumervi le vostre responsabilità. A presentarvi spontaneamente, invece di nascondervi come conigli. Ora spero che pagherete il giusto. Non servirà a riportare ai genitori Alessandro. Ma che sia almeno di monito a tutti i potenziali assassini al volante.

Conigli 2.
Roma. È stato trovato impiccato (e forse avvelenato, si aspettano gli esiti dell’autopsia) Mohamed Nasiri, uno dei due marocchini che due settimane fa, durante un tentativo di rapina, ha sparato a Zhou Zheng e alla figlioletta di nove mesi. Suicidio, dicono le fonti ufficiali.

Confesso che il primo pensiero, all’udire la notizia, è stato: lo hanno trovato prima loro. Sono in buona compagnia, a quanto pare. Nonostante le smentite dei portavoce della comunità cinese, in parecchi nel quartiere di Torpignattara credono ad un atto di giustizia sommaria da parte della mafia cinese.

Se l’assassino si è veramente ammazzato in preda agli atroci rimorsi per quanto ha compiuto, pace all’anima sua. Se invece – come ventilano certe ipotesi – l’informazione sul suo nascondiglio è stata venduta a chi voleva applicare la legge del taglione, occhio per occhio, morto per morto, allora avrebbe fatto molto meglio a non cercare di scappare: le galere italiane sono sempre un’alternativa migliore alla giustizia sommaria di chi arriva da un paese che per legge ha la pena di morte per un’ampia gamma di delitti, e la applica senza risparmiarsi, figuriamoci quelli che sono fuorilegge.

Ora speriamo che i nostri investigatori acchiappino almeno il complice. Così ci sarà una parvenza di giustizia – all’italiana – in questo delitto che ha toccato molte corde sensibili. Tra un quattro o cinque annetti forse si avrà una prima sentenza. Che potrà esser ribaltata in appello. Indulti e amnistie. Correità con uno che non si può difendere perché regolarmente defunto, con conseguenze comodo scarico di responsabilità sul morto. Dieci anni di gattabuia a dir tanto.

Allora, coniglio in fuga: meglio costituirsi o farsi trovare da chi è abituato che i processi durano quindici giorni – in tribunale – e venti minuti se il P.M. è un boss di una triade?

Conigli 3.
Isola del Giglio. Vada a bordo cazzo. Diventerà un tormentone. La voce autorevole, forte, irrefutabile del Comandante De Falco (questo sì meritevole del grado, e con la ci maiuscola) che intima, da vero militare, al conigliante Schettino di fare il suo dovere, ossia tornare subito a bordo della nave che indegnamente presiedeva e che ha abbandonato al suo destino quando era ancora piena di passeggeri. Che disgusto. Una volta i veri comandanti affondavano con la nave. Forse era retorica patriottarda, forse non sempre gli eroismi saranno stati autentici e volontari, ma solo causati dall’impossibilità di salvarsi. Ma allora c’erano davvero stirpi di uomini per cui l’onore valeva più della propria stessa vita. Capitani coraggiosi.

Invece oggi ci rendiamo tristemente conto che la vigliaccheria, il prima io poi gli altri se ce la fanno, e se no che crepino, l’abuso di titolo e di credulità popolare imperano. Di parole ne sono state spese sin troppe, nei confronti di questo ignobile marinaio con molto meno coraggio di certi suoi subalterni che hanno invece dimostrato valore, abnegazione e sprezzo del pericolo, restando a bordo finché c’erano dei passeggeri e dei colleghi da salvare.

Basta parlare di conigli: io voglio fare un plauso al Comandante De Falco. So che non è possibile, ma se mai un giorno decidessi di fare una crociera, o anche solo di prendere un traghetto, mi piacerebbe che al timone ci fosse Lei. O almeno uno che da Lei ha preso il cipiglio, le certezze e il senso del dovere. Cazzo.


2 commenti:

  1. Impossibile non essere d'accordo con questo post...come lettore straniero della stampa italiana mi ha sorpreso l'atteggiamento cinico dei conigli internazionali del gruppo Carnival proprietario di Costa Crociere...e nessuno giornalista ci trova nulla a ridire ? Ma perché non tacciono ? perché si lamentano per la perdita della nave, i 90 milioni di utili in meno...ecc...perché non hanno una parola per le vittime...un po' di decenza non guasterebbe...non sono loro che hanno assunto il coniglio Schettino, non sono loro che hanno costruito una gigantesca nave da crociera per risparmiare i costi...ecc...

    Alex

    RispondiElimina
  2. ciao Alex,

    si sa, agli affaristi interessa più la quotazione del titolo in Borsa, piuttosto che qualche sporadica perdita (anche umana) in corso d'opera. L'importante è prendere le distanze dai guai, e salvare la faccia.

    Su, un bel sorriso per la nuova campagna pubblicitaria. Bisogna convincere questi clienti spaventati che le navi - restanti - sono supersicure, e soprattutto che di naviganti che fanno ciao ciao con la manina dal ponte verso il molo dell'isolotto non ce ne sono più alle dipendenze della flotta.

    Tutti a bordo, si parte e business as usual.

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

    RispondiElimina