lunedì 16 agosto 2010

Bandiera rossa

Il mare porta via. E rende quando vuole lui. Ieri pomeriggio Abid Jerrick, filippino di 29 anni, fatti pochi passi oltre la battigia, è scomparso tra le onde burrascose, tra Viareggio e Torre del Lago.

Stamani non era stato ancora ritrovato, nonostante gli sforzi di un grosso gommone da ricerca, caracollante nel mare sempre gonfio e fragoroso.

D’improvviso appare sulla spiaggia un piccolo, mesto corteo. Qualche candida divisa di capitaneria di porto, un paio di cameramen da tivu locali con videocam a spalla, alcuni filippini, forse parenti, forse solo solidali verso un connazionale scomparso. E poi una donna minuta e prostrata, sorretta a malapena da un ragazzo più alto di lei, nonostante i soli undici anni. Fissano immobili e attoniti quel mare enorme e inclemente, sordi ad ogni evento che li circonda. Lei si continua ad asciugare con un fazzoletto bianco degli occhi ormai privi di lacrime, entrambi congiungono le mani in un dolente segno di preghiera.

Quanto dolore, quanti pensieri devono attanagliare le menti e i cuori di questa moglie, di questo figlio che hanno visto marito e padre scomparire tra i flutti, ed hanno assistito alla coraggiosa ma vana lotta dei bagnini per cercare di trarlo in salvo. Una vacanza trasformata in tragedia. Un passo di troppo, forse una buca traditrice, le onde che ghermiscono e tirano sotto.

Quelle mani atteggiate a preghiera stanno chiedendo l’impossibile miracolo della restituzione del loro caro in vita? O magari solo l’estrema pietà del mare imperterrito, di poter riavere la salma e dare al familiare una degna sepoltura?

Il mare prende, il mare forse renderà. Le ricerche continuano, la barca un puntino sballottato tra i marosi violenti. È come cercare un ago in un pagliaio. Quando la burrasca sarà passata, se i caparbi uomini del soccorso marittimo non avranno vinto la azzardata scommessa della loro perlustrazione, il mare alla fine riporterà a riva, magari a trenta chilometri di distanza, i poveri resti dell’annegato.

Oggi nessuno si avventurava tra i cavalloni in quel tratto di spiaggia. Paura? Rispetto? Entrambi. Rispetto per il tacito e dignitoso dolore di questa famiglia filippina. Paura di un mare che ogni tanto ci ricorda, nell’unica crudele maniera che conosce, quanto sia infinito e più potente di questi piccoli, insignificanti esserini che talvolta credono di poterlo sfidare. E vincerlo.



2 commenti:

  1. Davvero straziante la morta di Abid Jerrick. Vivo vicino all'oceano, ogni anno, i turisti versano il loro tributo. 146 annegamenti, 13 decessi (solo per la mia provincia). Gli uomini del soccorso marittimo (la polizia da noi) hanno rischiato la vita quasi 2000 volte. Solo per la mia provincia...Purtroppo, per "ragioni di bilancio", gli interventi del soccorso sono ridotti ai mesi di luglio e di agosto (prima di maggio a settembre)...Questa domenica, ho sentito quattro volta il rumore dell'elicottero. Senza esserci, conosco già la storia. Niente bandiera rossa. Solo i "baïnes", piccoli laghetti che si formano parallelamente alla spiaggia al momento delle maree. I turisti tedeschi hanno visto il cartello in tedesco : Strömung (corrente) ma un piccolo laghetto, quasi una piscina ....Poi, arriva la marea (bassa o alta) che distrugge la diga di sabbia tra l'oceano e il laghetto. Subito, il corrente diviene terribile. I bagnanti, invece di lasciarsi portare dall'acqua verso il largo, si stremano volendo raggiungere la spiaggia. Senza i soccorsi sarebbero...
    Alex

    RispondiElimina
  2. Ciao Alex,

    grazie del commento. Il mare chiede rispetto, e l'Oceano più dei mari interni come il Mediterraneo.

    Stamani il mare ha reso il corpo di Abid. Alle sei e mezzo di mattina è stato trovato sulla spiaggia, a qualche chilometro da dove era scomparso. R.I.P.

    Grazie della visita, a presto,
    HP

    RispondiElimina